IMPARARE A DIRE “NO!”

imparare a dire no!

scritto da Dr. Alessio Congiu

Dire “No!” quando lo si vorrebbe dire è un’abilità psico-sociale di grande importanza nelle relazioni interpersonali, in quanto permette di tutelare se stessi e i propri bisogni.

Cerchiamo dunque di capire che cosa accade quando, per un motivo o per un altro, non si riesce ad esercitare questa normale abilità.




CHE COSA COMPORTA NON DIRE MAI DI NO?

Una vita spesa in funzione degli altri può di certo portare a vedere frustrati i propri sogni e desideri, alimentando di riflesso sentimenti poco piacevoli, quali frustrazione, rabbia e tristezza.

  • Frustrazione, poiché, dando valore ai bisogni altrui e non a quelli propri, si avverte uno stato di insoddisfazione tutt’altro che piacevole;
  • Rabbia, poiché delle volte si ritengono gli altri i soli responsabili della frustrazione che si starebbe vivendo, scenario quest’ultimo che alimenta la pretesa che siano gli altri a dover cambiare;
  • Tristezza, perché ci si sente inefficaci e spesso poco capaci di raggiungere ciò che si vuole, svalutandosi per i risultati ottenuti e attribuendosi tutta la colpa per la propria insoddisfazione.

Scenari emotivi, questi ultimi, vissuti comunemente quando ci si sente impossibilitati a far valere il proprio normale diritto a dire “No!” quando invece lo si vorrebbe dire.

Già, perché, per chi non lo sapesse, dire “No!” è un diritto!

Come gli altri hanno il diritto di rifiutare una richiesta, anche noi, dopo tutto, abbiamo lo stesso analogo diritto!

Far valere unicamente i bisogni e desideri altrui non esprime infatti una buona norma morale, se non altro in quanto, così facendo, sarebbe come dirsi implicitamente:

<< Vali meno degli altri! >>

Non c’è da stupirsi, quindi, se in casi simili si percepisca una bassa autostima; si sarebbe i primi, infatti, a non prodigarsi nel far valere i propri diritti di base!

Fortuna vuole che tale abilità, come tutte del resto, può essere allenata.




COME RIFIUTARE UNA RICHIESTA?

Dicendo “No!” quando si vorrebbe dirlo!

Facile, no?

No! A dire il vero è piuttosto complesso!

Perché?

Se stiamo avendo difficoltà ad esercitare questa comune abilità, un motivo evidentemente ci sarà!

Spesso è quel fortissimo senso di colpa che si vive pensando di essere dei grandi egoisti a rifiutare una richiesta altrui.

senso di colpa

Altre volte, invece, il senso di colpa lo si vive all’idea che esprimere un fermo “No!” porti l’altro a non ritenerci  un “buon amico”.

È dunque la paura di poter perdere un’amicizia o l’immagine di “brava persona” che si vuole rimandare all’esterno che, in casi simili, impedisce di esprimere il nostro più che lecito diritto a rifiutare una richiesta.

Come comportarsi dunque?

Allenandosi a dire “No!” quando lo si vorrebbe dire, senza dover aspettare di comprendere chissà quale legge universale prima di potersi concedere un proprio diritto di base.

<< Se si aspettasse prima di parlare, non si aprirebbe mai bocca >> (Henri Frédéric Amiel)

D’altro canto, si potrebbe sì riuscire a rifiutare una o più richieste, ma vivendo nel far questo un fortissimo senso di colpa.

Aspetto non secondario per il proprio benessere, pertanto, sarà quello di comprendere i motivi per i quali esprimere un fermo e rispettoso “No!” starebbe risultando così difficile, mettendo in discussione uno dopo l’altro questi assunti impliciti che avremmo imparato nel corso degli altri.

Fintantoché tali norme morali interne saranno presenti, infatti, il disagio emotivo che potremmo vivere non cambierebbe, essendo noi stessi i primi a giudicarci in modo negativo a fronte di ogni tentativo di far valere i propri bisogni non meno di quelli altrui.

Delle volte anche parlarne con i propri amici o conoscenti potrebbe risultare utile, specialmente se aperti all’idea che l’amicizia esprima un legame in cui poter essere realmente se stessi.

<< Una grande amicizia ha due ingredienti principali: il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili, il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi >> (Stephen Littleword)

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Dr. Alessio Congiu - Psicologo a Verona

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Cerchiamo dunque di capire che cosa accade quando, per un motivo o per un altro, non si riesce ad esercitare questa normale abilità.




CHE COSA COMPORTA NON DIRE MAI DI NO?

Una vita spesa in funzione degli altri può di certo portare a vedere frustrati i propri sogni e desideri, alimentando di riflesso sentimenti poco piacevoli, quali frustrazione, rabbia e tristezza.

  • Frustrazione, poiché, dando valore ai bisogni altrui e non a quelli propri, si avverte uno stato di insoddisfazione tutt’altro che piacevole;
  • Rabbia, poiché delle volte si ritengono gli altri i soli responsabili della frustrazione che si starebbe vivendo, scenario quest’ultimo che alimenta la pretesa che siano gli altri a dover cambiare;
  • Tristezza, perché ci si sente inefficaci e spesso poco capaci di raggiungere ciò che si vuole, svalutandosi per i risultati ottenuti e attribuendosi tutta la colpa per la propria insoddisfazione.

Scenari emotivi, questi ultimi, vissuti comunemente quando ci si sente impossibilitati a far valere il proprio normale diritto a “No!” quando invece lo si vorrebbe dire.

Già, perché, per chi non lo sapesse, dire “No!” è un diritto!

Come gli altri hanno il diritto di rifiutare una richiesta, anche noi, dopo tutto, abbiamo lo stesso analogo diritto!

Far valere unicamente i bisogni e desideri altrui non esprime infatti una buona norma morale, se non altro in quanto, così facendo, sarebbe come dirsi implicitamente:

<< Vali meno degli altri! >>

Non c’è da stupirsi, quindi, se i casi simili si percepisca una bassa autostima; si sarebbe i primi, infatti, a non prodigarsi nel far valere i propri diritti di base!

Fortuna vuole che tale abilità, come tutte del resto, può essere allenata.




COME RIFIUTARE UNA RICHIESTA?

Dicendo “No!” quando si vorrebbe dirlo!

Facile, no?

No! A dire il vero è piuttosto complesso!

Perché?

Se stiamo avendo difficoltà ad esercitare questa comune abilità, un motivo evidentemente ci sarà!

Spesso è quel fortissimo senso di colpa che si vive pensando di essere dei grandi egoisti a rifiutare una richiesta altrui.

senso di colpa

Altre volte, invece, il senso di colpa lo si vive all’idea che esprimere un fermo “No!” porti l’altro a non ritenerci  un “buon amico”.

È dunque la paura di poter perdere un’amicizia o l’immagine di “brava persona” che si vuole rimandare all’esterno che, in casi simili, impedisce di esprimere il nostro più che lecito diritto a rifiutare una richiesta.

Come comportarsi dunque?

Allenandosi a dire “No!” quando lo si vorrebbe dire, senza dover aspettare di comprendere chissà quale legge universale prima di potersi concedere un proprio diritto di base.

<< Se si aspettasse prima di parlare, non si aprirebbe mai bocca >> (Henri Frédéric Amiel)

D’altro canto, si potrebbe sì riuscire ad rifiutare una o più richieste, ma vivendo nel far questo un fortissimo senso di colpa.

Aspetto non secondario per il proprio benessere, pertanto, sarà quello di comprendere i motivi per i quali esprimere un fermo e rispettoso “No!” starebbe risultando così difficile, mettendo in discussione uno dopo l’altro questi assunti impliciti che avremmo imparato nel corso degli altri.

Fintantoché tali norme morali interne saranno presenti, infatti, il disagio emotivo che potremmo vivere non cambierebbe, essendo noi stessi i primi a giudicarci in modo negativo a fronte di ogni tentativo di far valere i propri bisogni non meno di quelli altrui.

Delle volte anche parlarne con i propri amici o conoscenti potrebbe risultare utile, specialmente se aperti all’idea che l’amicizia esprima un legame in cui poter essere realmente se stessi.

<< Una grande amicizia ha due ingredienti principali: il primo è la scoperta di ciò che ci rende simili, il secondo è il rispetto di ciò che ci fa diversi >> (Stephen Littleword)

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