SENTIRSI TRISTI

sentirsi tristi

scritto da Dr. Alessio Congiu

Tempo fa, insieme ad una collega, conducevo un’attività di gruppo  finalizzata a dare voce ad emozioni inespresse, al fine di stimolare la capacità delle persone di riflettere sui propri sentimenti.

Le consegne, piuttosto semplici a dire il vero, consistevano nell’ascoltare tutti assieme un brano, per poi comporre  un breve componimento non autobiografico cavalcando l’onda emotiva che il brano stava suscitando.

Solitamente sceglievamo componimenti volutamente evocativi, in modo da risvegliare vissuti emotivi complessi e di difficile interpretazione.

Era curioso come uno stesso brano potesse far vivere emozioni così diverse nelle persone.

Diversi, dopo tutto, erano i ricordi, le sensazioni  e i vissuti che quello stesso componimento era in grado di suscitare nei partecipanti.

Di tutti i racconti che in quel periodo ci capitò di leggere, oggi me ne viene in mente uno in particolare.

Il testo più o meno recitava in questo modo:

<< Ci sono tante persone che stanno festeggiando. Tutti sorridono, sono felici. Vorrei essere felice come loro, ma non ci riesco. Gioco con loro, eppure sono distante >>.

sentirsi distanti dagli altri verona




DOVE CI PORTA QUESTO RICORDO?

A richiamare alla mente un concetto piuttosto semplice e scontato, che oggi avrei ciononostante piacere di condividere con voi: il diritto delle persone di sentirsi tristi.

Questi sono giorni in cui si fa forte il richiamo a non abbattersi di fronte alle difficoltà a cui stiamo venendo esposti; in cui da più parti ci giungono messaggi di coraggio, di speranza, di fiducia per gli sforzi che si stanno compiendo.

Spinte, queste ultime, certamente preziose, in quanto utili a ricaricarci nei momenti di maggiore abbattimento.

Non sempre, tuttavia, queste voci riescono a rincuorarci per ciò che sta accadendo, per ciò che vediamo, semplicemente accendendo la tv.

Per questo diventa importante, anche in occasioni come questa, ricordarci che è nostro diritto sentirci tristi e giù di corda

…anche se si vorrebbe vivere tutt’altro genere di emozioni;

…anche se in tanti stanno dando il loro contributo per uscire da una situazione difficile;

…anche se in tanti, pur sentendosi tristi, non si lasciano andare a questi sentimenti;

È nostro diritto essere tristi, a maggior ragione in questo momento, dove attorno a noi in tanti si prodigano per fare qualcosa di concreto.

sentirsi tristi ma reagire




COSA CI DICE LA TRISTEZZA?

La tristezza che viviamo è spesso la testimonianza di quanto siamo vicini emotivamente al dolore di altri che oggi stanno soffrendo.

Come tale è un qualcosa che attesta la nostra colleganza, la nostra unione, non meno di altri sforzi che potrebbero essere compiuti per far fronte alla situazione in cui ci troviamo.

Dunque,

  • non provare colpa per essere triste. Vivi con orgoglio il fatto di non volere lasciare passare inosservato il dolore che altri in questo momento stanno provando;
  • non provare paura per essere triste. Sentirsi tristi non equivale a cadere in depressione, a rassegnarsi. Al contrario, è quanto di più normale possa essere di questi tempi;
  • non provare vergogna per essere triste. È un tuo diritto vivere questa emozione, in quanto ti segnala qualcosa di importante, che come tale merita di essere ascoltata. Se non dagli altri, almeno da te stesso;
  • non provare rabbia per essere triste. Essere tristi non equivale ad essere deboli, ad essere fragili, ad essere meno di altri che oggi stanno reagendo in modo diverso. C’è un tempo per reagire ed uno per fermarsi e rispettare il proprio sentire.

Sfruttate questo periodo per riascoltare quanto questa emozione ha da dirvi.

Domani questi insegnamenti potrebbe esserci utili per accogliere il dolore di chi oggi non può concedersi il tempo di ascoltarsi.

<< Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi >> (Erich Fromm)

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Tempo fa, insieme ad una collega, conducevo un’attività di gruppo  finalizzata a dare voce ad emozioni inespresse, al fine di stimolare la capacità delle persone di riflettere sui propri sentimenti.

Le consegne, piuttosto semplici a dire il vero, consistevano nell’ascoltare tutti assieme un brano, per poi comporre  un breve componimento non autobiografico cavalcando l’onda emotiva che il brano stava suscitando.

Solitamente sceglievamo componimenti volutamente evocativi, in modo da risvegliare vissuti emotivi complessi e di difficile interpretazione.

Era curioso come uno stesso brano potesse far vivere emozioni così diverse nelle persone.

Diversi, dopo tutto, erano i ricordi, le sensazioni  e i vissuti che quello stesso componimento era in grado di suscitare nei partecipanti.

Di tutti i racconti che in quel periodo ci capitò di leggere, oggi me ne viene in mente uno in particolare.

Il testo più o meno recitava in questo modo:

<< Ci sono tante persone che stanno festeggiando. Tutti sorridono, sono felici. Vorrei essere felice come loro, ma non ci riesco. Gioco con loro, eppure sono distante >>.

sentirsi tristi e distanti dagli altri verona




DOVE CI PORTA QUESTO RICORDO?

A richiamare alla mente un concetto piuttosto semplice e scontato, che oggi avrei ciononostante piacere di condividere con voi: il diritto delle persone di sentirsi tristi.

Questi sono giorni in cui si fa forte il richiamo a non abbattersi di fronte alle difficoltà a cui stiamo venendo esposti; in cui da più parti ci giungono messaggi di coraggio, di speranza, di fiducia per gli sforzi che si stanno compiendo.

Spinte, queste ultime, certamente preziose, in quanto utili a ricaricarci nei momenti di maggiore abbattimento.

Non sempre, tuttavia, queste voci riescono a rincuorarci per ciò che sta accadendo, per ciò che vediamo, semplicemente accendendo la tv.

Per questo diventa importante, anche in occasioni come questa, ricordarci che è nostro diritto sentirci tristi e giù di corda

…anche se si vorrebbe vivere tutt’altro genere di emozioni;

…anche se in tanti stanno dando il loro contributo per uscire da una situazione difficile;

…anche se in tanti, pur sentendosi tristi, non si lasciano andare a questi sentimenti;

È nostro diritto essere tristi, a maggior ragione in questo momento, dove attorno a noi in tanti si prodigano per fare qualcosa di concreto.

sentirsi tristi ma reagire




COSA CI DICE LA TRISTEZZA?

La tristezza che viviamo è spesso la testimonianza di quanto siamo vicini emotivamente al dolore di altri che oggi stanno soffrendo.

Come tale è un qualcosa che attesta la nostra colleganza, la nostra unione, non meno di altri sforzi che potrebbero essere compiuti per far fronte alla situazione in cui ci troviamo.

Dunque,

  • non provare colpa per essere triste. Vivi con orgoglio il fatto di non volere lasciare passare inosservato il dolore che altri in questo momento stanno provando;
  • non provare paura per essere triste. Sentirsi tristi non equivale a cadere in depressione, a rassegnarsi. Al contrario, è quanto di più normale possa essere di questi tempi;
  • non provare vergogna per essere triste. È un tuo diritto vivere questa emozione, in quanto ti segnala qualcosa di importante, che come tale merita di essere ascoltata. Se non dagli altri, almeno da te stesso;
  • non provare rabbia per essere triste. Essere tristi non equivale ad essere deboli, ad essere fragili, ad essere meno di altri che oggi stanno reagendo in modo diverso. C’è un tempo per reagire ed uno per fermarsi e rispettare il proprio sentire.

Sfruttate questo periodo per riascoltare quanto questa emozione ha da dirvi.

Domani questi insegnamenti potrebbe esserci utili per accogliere il dolore di chi oggi non può concedersi il tempo di ascoltarsi.

<< Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi >> (Erich Fromm)

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