RIPENSARE AL PASSATO

riflettere sul passato

scritto da Dr. Alessio Congiu

Delle volte si ha come la sensazione che i giorni passino in fretta, troppo in fretta in effetti.

Ci si sente come intrappolati in uno spazio che non ha tempo: il futuro appare distante, il presente lo si coglie appena, il passato…beh, forse è più presente del presente in quelle circostanze; ma è un passato diverso quello che viene richiamato alla mente in questi casi.

I momenti felici appaiono meno felici, quelli tristi più tristi, e così via. È uno sguardo che va a ricercare le mancanze della nostra vita, e puntualmente le coglie. Come dice il proverbio, dopotutto:

<< Chi cerca trova! >>




IL SENSO COMUNE INSEGNA

Quanta saggezza delle volte sta dietro i vecchi detti popolari. Non erano certamente psicologi, loro, eppure già sapevano tante verità a cui i grandi esperti sarebbero arrivati solo anni più tardi, ossia che una mente triste e malinconica non può che vedere un mondo a sua immagine e somiglianza.

Oh non è un caso se tra tutti i ricordi viene alla mente proprio quello più doloroso attorno a cui ci si aggrappa; non è un caso se si riesca a rivivere quello stesso stato d’animo, come se l’evento pescato tra i ricordi stesse avvenendo proprio qui, proprio ora.

È qui ed ora, infatti, che si sta vivendo quell’emozione, quel sentimento, quel disagio.

PERCHÉ RICERCARE QUEL VISSUTO NEI NOSTRI?

Delle volte si ha come la sensazione che il passato ci perseguiti, ripresentandosi tale e quale nel presente, come un’ombra dalla quale non si riesce a sfuggire.

scappare dall'ombra

Ma siamo stati noi a ricercare il passato, a ritornarci…certo, con la mente, ma pur sempre a riviverlo, tale e quale.

Come un viaggio nei ricordi, alla ricerca di qualcosa che non si sa cosa sia, ma di cui si ha un forte bisogno.

Forse è questo, dunque: il bisogno.

Il bisogno di trovare una risposta ad una domanda che ci assilla nel nostro presente, ma che non ci è troppo chiara.

Se ci fosse chiara, dopotutto, forse non avremmo bisogno di voltare il nostro sguardo indietro, alla ricerca del momento in cui ci si fosse allontanati dalla retta via.

Ecco dunque spiegato il mistero: guardiamo al passato per ridare uno spazio e un tempo ad un disagio nel quale, come d’improvviso, ci si è ritrovati nel momento presente, ma a cui si crede di essere giunti giorno dopo giorno, seguendo una successione di momenti comportanti una progressiva perdita di senso della propria vita.

Come un vuoto fattosi tale accumulando istanti privi di felicità, gioia, piacere.




COSA CERCHIAMO NEL NOSTRO PASSATO?

Quel momento. Il momento in cui ci siamo ritrovati di fronte ad un bivio e abbiamo scelto di intraprendere una strada piuttosto che un’altra.

Non torniamo sui nostri passi per colpevolizzarci, ma per capire quando la nostra vita ha iniziato a sfuggirci di mano; quando il tempo ha iniziato a rallentare, al punto da fermarsi nello stallo in cui attualmente ci si trova, anche solo per pochi istanti, quali sono quelli che si vivono quando si prova il bisogno di tornare indietro coi ricordi.

Le emozioni, dopotutto, sono beffarde: ci illudono di rimanere più a lungo di quanto in realtà non rimarrebbero se non si desse loro troppa importanza.

Ma in quei casi, si sa, non è facile mantenere la lucidità che servirebbe per comprendere cosa ci stesse accadendo; per vedere che un’emozione è soltanto un’emozione, un pensiero un semplice artifizio della mente, e così via.

Tutto diventa così improvvisamente reale da spingerci a ricercare una soluzione, anche con un certa impellenza in effetti. A nessuno, dopotutto, piace sostare nel disagio.

Pensieri sparsi e confusi quelli che ora state leggendo. Pensieri che forse non portano da nessuna parte, come la maggior parte dei pensieri d’altronde. Domani è un altro giorno e nuovi pensieri si affacceranno alla nostra mente, rallegrandoci, forse, o lasciandoci in apprensione, o incupiti, chissà…

E LA STORIA DEL BIVIO?

Domanda legittima e pertinente, come in genere lo sono tutte d’altronde . È per questo che è così intrigante cercare di trovare le risposte.

Come i bambini non si sentono mai soddisfatti quando i grandi gli rispondono, allo stesso modo potremmo avere l’impressione che qualcosa manchi all’appello, che non basti la spiegazione a cui siamo giunti per spiegarci ciò che staremmo vivendo.

Ogni risposta diventa in quei casi l’input per una nuova domanda, che alimenta il desiderio (delle volte l’ossessione) di ricercare una risposta che puntualmente arriva, lasciandoci però insoddisfatti.

Non è dunque una questione di mancanza di chiarezza con noi stessi, quanto piuttosto di presenza di risposte che non riescono ad allontanare quel disagio che stiamo vivendo nel momento presente che riteniamo abbia un filo conduttore con il nostro passato.

È in questi casi che la mente appare come un labirinto senza via di uscita, al punto da convincerci che sia impossibile raggiungere la condizione psicologica ed emotiva che vorremmo invece raggiungere.

labirinto mente

Non a caso, quando ci si perde nei meandri della mente, si avvertire la spiacevole sensazione di stare per perdere il controllo di se stessi, di impazzire. Semplici attacchi di panico, in realtà, ma che destabilizzano ancor più una mente già confusa in partenza.

Proviamo allora a fare maggiore ordine.




È UTILE TORNARE CON IL PENSIERO AL PASSATO?

Si, perché spesso abbiamo bisogno di riappropriarci di quella parte di noi che abbiamo lasciato alle spalle e che oggi si starebbe facendo sentire nel disagio che staremmo vivendo.

<< Non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente >> (Khaled Hosseini)

È INDISPENSABILE FARLO?

No, perché quella parte è sempre con noi, sebbene nascosta da tante sovrastrutture mentali che ci impediscono di vederla chiaramente.

La possiamo cogliere a tratti nel mettere da parte quei giudizi e preconcetti su di noi, sugli altri e sul mondo che spesso limitano la nostra capacità di vedere le cose per quello che sono, e con esse la possibilità di risentirci liberi di vivere una vita più ricca, più spensierata, più autentica.

<< Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo >> (Virginia Woolf)

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Dr. Alessio Congiu - Psicologo a Verona

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Delle volte si ha come la sensazione che i giorni passino in fretta, troppo in fretta in effetti.

Ci si sente come intrappolati in uno spazio che non ha tempo: il futuro appare distante, il presente lo si coglie appena, il passato…beh, forse è più presente del presente in quelle circostanze; ma è un passato diverso quello che viene richiamato alla mente in questi casi.

I momenti felici appaiono meno felici, quelli tristi più tristi, e così via. È uno sguardo che va a ricercare le mancanze della nostra vita, e puntualmente le coglie. Come dice il proverbio, dopotutto:

<< Chi cerca trova! >>




IL SENSO COMUNE INSEGNA

Quanta saggezza delle volte sta dietro i vecchi detti popolari. Non erano certamente psicologi, loro, eppure già sapevano tante verità a cui i grandi esperti sarebbero arrivati solo anni più tardi, ossia che una mente triste e malinconica non può che vedere un mondo a sua immagine e somiglianza.

Oh non è un caso se tra tutti i ricordi viene alla mente proprio quello più doloroso attorno a cui ci si aggrappa; non è un caso se si riesca a rivivere quello stesso stato d’animo, come se l’evento pescato tra i ricordi stesse avvenendo proprio qui, proprio ora.

È qui ed ora, infatti, che si sta vivendo quell’emozione, quel sentimento, quel disagio.

PERCHÉ RICERCARE QUEL VISSUTO NEI NOSTRI?

Delle volte si ha come la sensazione che il passato ci perseguiti, ripresentandosi tale e quale nel presente, come un’ombra dalla quale non si riesce a sfuggire.

scappare dall'ombra

Ma siamo stati noi a ricercare il passato, a ritornarci…certo, con la mente, ma pur sempre a riviverlo, tale e quale.

Come un viaggio nei ricordi, alla ricerca di qualcosa che non si sa cosa sia, ma di cui si ha un forte bisogno.

Forse è questo, dunque: il bisogno.

Il bisogno di trovare una risposta ad una domanda che ci assilla nel nostro presente, ma che non ci è troppo chiara.

Se ci fosse chiara, dopotutto, forse non avremmo bisogno di voltare il nostro sguardo indietro, alla ricerca del momento in cui ci si fosse allontanati dalla retta via.

Ecco dunque spiegato il mistero: guardiamo al passato per ridare uno spazio e un tempo ad un disagio nel quale, come d’improvviso, ci si è ritrovati nel momento presente, ma a cui si crede di essere giunti giorno dopo giorno, seguendo una successione di momenti comportanti una progressiva perdita di senso della propria vita.

Come un vuoto fattosi tale accumulando istanti privi di felicità, gioia, piacere.




COSA CERCHIAMO NEL NOSTRO PASSATO?

Quel momento. Il momento in cui ci siamo ritrovati di fronte ad un bivio e abbiamo scelto di intraprendere una strada piuttosto che un’altra.

Non torniamo sui nostri passi per colpevolizzarci, ma per capire quando la nostra vita ha iniziato a sfuggirci di mano; quando il tempo ha iniziato a rallentare, al punto da fermarsi nello stallo in cui attualmente ci si trova, anche solo per pochi istanti, quali sono quelli che si vivono quando si prova il bisogno di tornare indietro coi ricordi.

Le emozioni, dopotutto, sono beffarde: ci illudono di rimanere più a lungo di quanto in realtà non rimarrebbero se non si desse loro troppa importanza.

Ma in quei casi, si sa, non è facile mantenere la lucidità che servirebbe per comprendere cosa ci stesse accadendo; per vedere che un’emozione è soltanto un’emozione, un pensiero un semplice artifizio della mente, e così via.

Tutto diventa così improvvisamente reale da spingerci a ricercare una soluzione, anche con un certa impellenza in effetti. A nessuno, dopotutto, piace sostare nel disagio.

Pensieri sparsi e confusi quelli che ora state leggendo. Pensieri che forse non portano da nessuna parte, come la maggior parte dei pensieri d’altronde. Domani è un altro giorno e nuovi pensieri si affacceranno alla nostra mente, rallegrandoci, forse, o lasciandoci in apprensione, o incupiti, chissà…

E LA STORIA DEL BIVIO?

Domanda legittima e pertinente, come in genere lo sono tutte d’altronde . È per questo che è così intrigante cercare di trovare le risposte.

Come i bambini non si sentono mai soddisfatti quando i grandi gli rispondono, allo stesso modo potremmo avere l’impressione che qualcosa manchi all’appello, che non basti la spiegazione a cui siamo giunti per spiegarci ciò che staremmo vivendo.

Ogni risposta diventa in quei casi l’input per una nuova domanda, che alimenta il desiderio (delle volte l’ossessione) di ricercare una risposta che puntualmente arriva, lasciandoci però insoddisfatti.

Non è dunque una questione di mancanza di chiarezza con noi stessi, quanto piuttosto di presenza di risposte che non riescono ad allontanare quel disagio che stiamo vivendo nel momento presente che riteniamo abbia un filo conduttore con il nostro passato.

È in questi casi che la mente appare come un labirinto senza via di uscita, al punto da convincerci che sia impossibile raggiungere la condizione psicologica ed emotiva che vorremmo invece raggiungere.

labirinto mente

Non a caso, quando ci si perde nei meandri della mente, si avvertire la spiacevole sensazione di stare per perdere il controllo di se stessi, di impazzire. Semplici attacchi di panico, in realtà, ma che destabilizzano ancor più una mente già confusa in partenza.

Proviamo allora a fare maggiore ordine.




È UTILE TORNARE CON IL PENSIERO AL PASSATO?

Si, perché spesso abbiamo bisogno di riappropriarci di quella parte di noi che abbiamo lasciato alle spalle e che oggi si starebbe facendo sentire nel disagio che staremmo vivendo.

<< Non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente >> (Khaled Hosseini)

È INDISPENSABILE FARLO?

No, perché quella parte è sempre con noi, sebbene nascosta da tante sovrastrutture mentali che ci impediscono di vederla chiaramente.

La possiamo cogliere a tratti nel mettere da parte quei giudizi e preconcetti su di noi, sugli altri e sul mondo che spesso limitano la nostra capacità di vedere le cose per quello che sono, e con esse la possibilità di risentirci liberi di vivere una vita più ricca, più spensierata, più autentica.

<< Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo >> (Virginia Woolf)

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