PROBLEMI CHE RITORNANO

problemi che ritornano

scritto da Dr. Alessio Congiu

Decidete di dipingere un quadro.

Comprate i colori che pensate di utilizzare, i recipienti in cui adagiarli, il pennello per dipingere e così via.

Pianificante quindi il momento della giornata in cui darvi a questa piacevole attività e via…iniziate la pittura!

dipingere

Il tempo che avevate pensato di dedicare a tale attività è naturalmente limitato.

Tutti, infatti, hanno diversi impegni che li portano a spartire il tempo che hanno a disposizione nelle diverse attività della routine quotidiana.

Il gatto non si sfamerà certamente da solo!

Il vostro bel dipinto rimarrà così incompiuto, almeno inizialmente, in attesa che un domani il tempo che avrete a disposizione si incontri con la vostra voglia di portare effettivamente avanti questo buon proposito.

Di certo vi stupireste se, nel riprendere in mano la vostra bell’opera, la ritrovaste ultimata così come l’avevate in mente.

Un evento quest’ultimo che farebbe raggelare a molti il sangue solo a pensarlo!

Più probabile dunque sarà l’aspettarsi di trovare il proprio lavoro così come lo si era lasciato: incompleto, per l’appunto.

Una logica apparentemente ineccepibile che ci appare tuttavia distante quando si pensa al lavoro che si vorrebbe compiere su se stessi.

Si è come convinti, infatti, che quelle parti di sé, su cui un tempo si era deciso di lavorare, si sistemino “magicamente” da sole grazie al semplice trascorrere del tempo.

problemi che ritornano

Certo il tempo fa miracoli, ma portarci a simili cambiamenti…beh, forse è un po’ troppo anche per lui poveretto!

Il potere “miracoloso” dell’esperienza, d’altronde, può essere sollecitato esponendosi a qualcosa di nuovo.

Ergo: facendo nuove esperienze.

Ma non è forse questo ciò a cui ci si riferisce quando si parla di cambiamento?

Ecco dunque svelato l’arcano: possiamo cambiare anche semplicemente lasciando passare un po’ di tempo, ma a patto di non rimanere rigidamente ancorati alle proprie certezze, alle proprie convinzioni.

Diversamente, il risultato sarebbe sempre lo stesso: un ciclico ripresentarsi di esperienze non diverse da quelle che avremmo già vissuto.

Il tempo, in questi casi, a poco servirebbe se non per rivivere lo stesso copione di sempre.

Dunque che fare?

ossessioni verona

Riconoscere che ogni cambiamento personale richiede una messa in discussione dei nostri vecchi schemi mentali.

Aprirsi a pensieri alternativi a quelli che già potremmo avere relativamente agli aspetti di noi che vorremmo cambiare.

Agire sulla base dei nuovi convincimenti, al fine di sedimentare i nuovi schemi.

Il tempo farà tutto il resto.

« Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza » (Lev Tolstoj)

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Dr. Alessio Congiu - Psicologo a Verona

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Il tempo che avevate pensato di dedicare a tale attività è naturalmente limitato.

Tutti, infatti, hanno diversi impegni che li portano a spartire il tempo che hanno a disposizione nelle diverse attività della routine quotidiana.

Il gatto non si sfamerà certamente da solo!

Il vostro bel dipinto rimarrà così incompiuto, almeno inizialmente, in attesa che un domani il tempo che avrete a disposizione si incontri con la vostra voglia di portare effettivamente avanti questo buon proposito.

Di certo vi stupireste se, nel riprendere in mano la vostra bell’opera, la ritrovaste ultimata così come l’avevate in mente.

Un evento quest’ultimo che farebbe raggelare a molti il sangue solo a pensarlo!

Più probabile dunque sarà l’aspettarsi di trovare il proprio lavoro così come lo si era lasciato: incompleto, per l’appunto.

Una logica apparentemente ineccepibile che ci appare tuttavia distante quando si pensa al lavoro che si vorrebbe compiere su se stessi.

Si è come convinti, infatti, che quelle parti di sé, su cui un tempo si era deciso di lavorare, si sistemino “magicamente” da sole grazie al semplice trascorrere del tempo.

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Certo il tempo fa miracoli, ma portarci a simili cambiamenti…beh, forse è un po’ troppo anche per lui poveretto!

Il potere “miracoloso” dell’esperienza, d’altronde, può essere sollecitato esponendosi a qualcosa di nuovo.

Ergo: facendo nuove esperienze.

Ma non è forse questo ciò a cui ci si riferisce quando si parla di cambiamento?

Ecco dunque svelato l’arcano: possiamo cambiare anche semplicemente lasciando passare un po’ di tempo, ma a patto di non rimanere rigidamente ancorati alle proprie certezze, alle proprie convinzioni.

Diversamente, il risultato sarebbe sempre lo stesso: un ciclico ripresentarsi di esperienze non diverse da quelle che avremmo già vissuto.

Il tempo, in questi casi, a poco servirebbe se non per rivivere lo stesso copione di sempre.

Dunque che fare?

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Riconoscere che ogni cambiamento personale richiede una messa in discussione dei nostri vecchi schemi mentali.

Aprirsi a pensieri alternativi a quelli che già potremmo avere relativamente agli aspetti di noi che vorremmo cambiare.

Agire sulla base dei nuovi convincimenti, al fine di sedimentare i nuovi schemi.

Il tempo farà tutto il resto.

« Non c’è nulla di più forte di quei due combattenti là: tempo e pazienza » (Lev Tolstoj)

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