LITIGI DI COPPIA

litigi di coppia verona

scritto da Dr. Alessio Congiu

Comincia tutto con un bisogno, in genere abbastanza forte e marcato, di condividere con il partner ciò che si sta vivendo.

Non si tratta del semplice interesse a scambiare quattro chiacchiere; è qualcosa di diverso da questo.

Assomiglia più che altro al desiderio che l’altra persona viva dentro di sé ciò che noi stiamo vivendo in quel dato momento.

Essere capiti, in un modo che va al di là della semplice ragione.

IL BISOGNO DI ESSERE COMPRESI

Un bambino che indica al genitore il passerotto appena posatosi su una fontana per dissetarsi, aspettandosi che il genitore viva lo stesso stupore che lui vive osservando quella scena.

bambino indicare

Glielo indica col dito, lo nomina ad alta voce:

<< Ta Ta >>

Un bisogno squisitamente umano, è questo, di condividere le proprie esperienze.

C’è qualcosa di magico nella condivisione, qualcosa che sfugge alla nostra comprensione.

Sappiamo che c’è, sappiamo che è importante, ma non sappiamo perché.

Nella maggior parte dei casi ci limitiamo a viverlo, quel bisogno.

Non lo vediamo neanche in realtà quando è presente.
Ce ne accorgiamo a posteriori e soltanto in alcuni momenti.
Quando per esempio non c’è nessuno accanto a noi che vede quel passerotto, o quando in tanti potrebbero vederlo, ma nessuno sembra prestargli attenzione, per quanti sforzi possiamo compiere nell’indicarlo o nominarlo.

È in quei pochi istanti in cui il passerotto vola via che ce ne si rende conto.

Un senso di vuoto, di rammarico, di tristezza. La delusione che nasce dal sapere che qualcosa di importante è stato perso; volato via, chissà dove. Come se tutto perdesse di significato.




PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?

<< La felicità è reale solo condivisa >>, scriveva Chris McCandless durante il suo viaggio solitario per l’Alaska.

Forse è questo, in fin dei conti, il motivo per cui si nutre quel bisogno: per dare valore a ciò che stiamo vivendo, quando lo stiamo vivendo.

Possiamo infatti raccontare ciò che abbiamo vissuto dopo che lo abbiamo vissuto, ma non è la stessa cosa.

Ci si sente più soli a raccontare le cose che a viverle assieme ad un’altra persona.

Penso che sia proprio per questo il motivo per cui delle volte ci si aspetti che il proprio partner capisca senza per questo dover stare lì a spiegargliele le cose.

Perderebbe di qualunque senso farlo.

Delle volte, anzi, fa soffrire proprio doverlo raccontare a posteriori. In quel raccontato si vede infatti l’ombra della solitudine e il cupo pensiero di non essere nella mente di nessuno.

La paura di non essere amati.

Cos’altro può esserci di così angosciante se non pensare, in un dato momento, che nessuno al mondo ha a cuore i nostri bisogni?

Ci si sente come se non si esistesse veramente. Un’ angoscia che toglie il fiato solo a pensarla.




COME LO ESPRIMIAMO?

Più comune forse è vivere la rabbia del non essere stati compresi.

Quella sembra che la sopportiamo meglio. Ci arrabbiamo con chi non ci ascolta, o non ci capisce, o non ha voglia di farlo. Vai a capire le differenze!

La rabbia però il partner la capisce quando la vede così espressa; ed è proprio perché è di facile comprensione che la si esprime.

litigi di coppia

Ciò che in quei casi si stava indicando passa subito in secondo piano. Più importante diventa infatti essere visti, ritornare al centro dell’ attenzione, anche se solo per poco tempo.

Sapere di contare effettivamente qualcosa per qualcuno.

Il resto è una storia già nota: litigi che nascono da incomprensioni reciproche e tentativi di rimediare che portano a discussioni lunghe quanto inutili, per poi tornare al punto di partenza.

Quanto è complicato l’essere umano!

<< Coloro che capiscono solo ciò che può essere spiegato capiscono molto poco >> (Marie von Ebner-Eschenbach)

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Comincia tutto con un bisogno, in genere abbastanza forte e marcato, di condividere con il partner ciò che si sta vivendo.

Non si tratta del semplice interesse a scambiare quattro chiacchiere; è qualcosa di diverso da questo.

Assomiglia più che altro al desiderio che l’altra persona viva dentro di sé ciò che noi stiamo vivendo in quel dato momento.

Essere capiti, in un modo che va al di là della semplice ragione.

IL BISOGNO DI ESSERE COMPRESI

Un bambino che indica al genitore il passerotto appena posatosi su una fontana per dissetarsi, aspettandosi che il genitore viva lo stesso stupore che lui vive osservando quella scena.

bambino indicare

Glielo indica col dito, lo nomina ad alta voce:

<< Ta Ta >>

Un bisogno squisitamente umano, è questo, di condividere le proprie esperienze.

C’è qualcosa di magico nella condivisione, qualcosa che sfugge alla nostra comprensione.

Sappiamo che c’è, sappiamo che è importante, ma non sappiamo perché.

Nella maggior parte dei casi ci limitiamo a viverlo, quel bisogno.

Non lo vediamo neanche in realtà quando è presente.
Ce ne accorgiamo a posteriori e soltanto in alcuni momenti.
Quando per esempio non c’è nessuno accanto a noi che vede quel passerotto, o quando in tanti potrebbero vederlo, ma nessuno sembra prestargli attenzione, per quanti sforzi possiamo compiere nell’indicarlo o nominarlo.

È in quei pochi istanti in cui il passerotto vola via che ce ne si rende conto.

Un senso di vuoto, di rammarico, di tristezza. La delusione che nasce dal sapere che qualcosa di importante è stato perso; volato via, chissà dove. Come se tutto perdesse di significato.




PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?

<< La felicità è reale solo condivisa >>, scriveva Chris McCandless durante il suo viaggio solitario per l’Alaska.

Forse è questo, in fin dei conti, il motivo per cui si nutre quel bisogno: per dare valore a ciò che stiamo vivendo, quando lo stiamo vivendo.

Possiamo infatti raccontare ciò che abbiamo vissuto dopo che lo abbiamo vissuto, ma non è la stessa cosa.

Ci si sente più soli a raccontare le cose che a viverle assieme ad un’altra persona.

Penso che sia proprio per questo il motivo per cui delle volte ci si aspetti che il proprio partner capisca senza per questo dover stare lì a spiegargliele le cose.

Perderebbe di qualunque senso farlo.

Delle volte, anzi, fa soffrire proprio doverlo raccontare a posteriori. In quel raccontato si vede infatti l’ombra della solitudine e il cupo pensiero di non essere nella mente di nessuno.

La paura di non essere amati.

Cos’altro può esserci di così angosciante se non pensare, in un dato momento, che nessuno al mondo ha a cuore i nostri bisogni?

Ci si sente come se non si esistesse veramente. Un’ angoscia che toglie il fiato solo a pensarla.




COME LO ESPRIMIAMO?

Più comune forse è vivere la rabbia del non essere stati compresi.

Quella sembra che la sopportiamo meglio. Ci arrabbiamo con chi non ci ascolta, o non ci capisce, o non ha voglia di farlo. Vai a capire le differenze!

La rabbia però il partner la capisce quando la vede così espressa; ed è proprio perché è di facile comprensione che la si esprime.

litigi di coppia

Ciò che in quei casi si stava indicando passa subito in secondo piano. Più importante diventa infatti essere visti, ritornare al centro dell’ attenzione, anche se solo per poco tempo.

Sapere di contare effettivamente qualcosa per qualcuno.

Il resto è una storia già nota: litigi che nascono da incomprensioni reciproche e tentativi di rimediare che portano a discussioni lunghe quanto inutili, per poi tornare al punto di partenza.

Quanto è complicato l’essere umano!

<< Coloro che capiscono solo ciò che può essere spiegato capiscono molto poco >> (Marie von Ebner-Eschenbach)

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