FINGERE DI ESSERE FELICI
Momenti di trascurabile tristezza.
A volte non poi così tanto trascurabile.
Eppure tanto si fa per non mostrarla la tristezza.
Troppo delle volte.
Ma alla gente, si sa, non piacciono i musoni.
Danno subito l’impressione di rovinare gli altri momenti.
Quelli belli, sapete.
Quelli di trascurabile felicità.
È per questo che ci si mostra all’opposto: felici e sorridenti.
Anche quando in realtà non ci sente né felici, né sorridenti.
Un ragionamento logico, certo, se non per un aspetto: a non tutti pesano i musoni.
A CHI NON PESANO?
Non a chi, ad esempio, capisce la fatica di quei momenti.
E la fatica di dover fingere ciò che in quei momenti non si prova.
Quella forse pesa ancor di più.
Fa sentire tanto soli, infatti, non poter essere tristi quando in realtà è così che ci si sente.
Più soli di quanto in realtà non ci si potrebbe sentire stando soli.
Almeno soli, infatti, si può sempre trovare la compagnia di sé stessi.
Sapete no?
La compagnia di quelle parti sempre pronte a venire giù.
Giù nell’abisso del nostro disagio.
E stare un po’ lì.
Con noi.
Con la parte sofferente di noi.
Senza poi far chissà quali grandi cose.
Non servono certo grandi cose per stare meglio.
DI COSA AVREMMO BISOGNO?
Semplice compagnia.
Una buona compagnia.
Ecco, è proprio questo ciò di cui allora si ha bisogno quando dentro piove e fuori c’è il sole.
Una buona compagnia.
Una compagnia che non ci appesantisce riflettendoci quel sole da un sorriso forzato.
Già, perché anche gli altri appesantiscono in effetti.
Appesantiscono quei momenti di trascurabile tristezza.
Quei momenti dove potremmo essere lì.
Felici di stare male in compagnia di chi apprezza la pioggia.
Avendola vissuta tante volte dentro.
E avendo permesso alla tristezza di non sparire artificiosamente, come per magia.
Ma lasciandola crescere.
Lentamente.
Per poi vederla svanire.
Lentamente.
Come una nuvola nel cielo.
Perché i momenti son momenti.
Poi passa tutto.
Anche la pioggia.
Forse che sia il caso di mostrarla un po’ di più questa tristezza?