L’ENIGMA DELLA FELICITÀ

enigma felicità

scritto da Dr. Alessio Congiu

C’è un tempo in cui di sé e del mondo non si conosce se non quello che viene detto da chi si pensa che abbia tutte le risposte.
 
È il tempo dei piccoli, in cui non serve tanto per essere felici, se non altro perché anche la felicità è qualcosa che si conosce poco.
 
La si intravede nel trovare tra gli alberi quello che diventerà il proprio fortino; o nell’adrenalina che si prova poco prima di essere acciuffati giocando a guardia e ladri; o ancora nel riuscire a fare le prime bolle di sapone con quello strano aggeggio colorato.
enigma della felicità




CHE COS’È LA FELICITÀ?

La felicità, dopotutto, è roba da grandi, da chi vede un mondo diverso rispetto a quello che vorrebbe, se non in rari casi. È in quei momenti, infatti, che i grandi vedono la felicità, così almeno dicono: un piccolo istante destinato a spegnersi dietro alla constatazione dell’impossibilità di mantenerlo nel tempo.
 
Robe complicate, che credete! Devono darsi il permesso, i grandi, per essere felici. Non basta mica trovare il primo ramoscello che capita a tiro per essere felici! Occorre trovare esattamente il ramoscello che hanno in mente, di quel tipo e non di altri, con quella forma e quei colori. Altrimenti è come barare e non si fa. È complessa la felicità! Così dicono.
 
Ai grandi serve vederli concretamente i loro sogni, e realizzati persino! Questo è più difficile, però quando li toccano con mano allora si che la vedono chiaramente! La felicità s’intende. La stessa che vedevano dentro di sé poco prima, quando si pregustavano nelle loro dolci aspettative il momento in cui avrebbero potuto finalmente godere di quella felicità.
 
Curioso come qualcosa che era già in loro possesso non fosse sufficiente a farli sentire felici. Devono avere la certezza, i grandi, che non siano i soli a vedere concretamente ciò che già hanno dentro, altrimenti il gioco non vale. Servono le prove, come i Detective.
enigma della felicità
 
Delle volte mi domando se anche quei sogni, in realtà, non siano altro che il desiderio di rivivere la felicità dei piccoli, di quella che non t’aspetti, che arriva così, senza tanto andarla a cercare. Forse ai grandi non piacciono le sorprese; hanno bisogno di sentirsi grandi, i grandi, di controllare un po’ tutto. Anche la felicità.




A COSA SERVE LA FELICITÀ?

Anche i grandi, però, hanno bisogno di dirsi felici, anche quando non lo sono. Per loro spesso è il ricordarsi di quei momenti che li rende felici, dei momenti in cui sono stati felici. Per questo per loro è così prezioso il tempo, perché sanno che ogni giorno infelice è un ricordo in più che va ad accumularsi su tutti gli altri ricordi, anche quelli felici, che diventano così sempre più difficili da trovare.
 
È una felicità idealizzata quella dei grandi, fatta di eventi che non sono mai avvenuti nella realtà così come se li immaginano quando vanno a ripescarli tra i loro ricordi. Ai grandi però serve questa idea di felicità. Hanno bisogno di credere che la felicità sia un qualcosa che può essere fermata una volta per tutte, accumulando ricordi felici.
Hanno paura della morte i grandi, perché la conoscono, anche se non l’hanno mai vista. Hanno bisogno di sapere di essere stati felici per non avere paura della morte. Così sanno che non ci perdono niente ad andare via. 
 
È per questo che accumulano ricordi felici, i grandi. Non ne buttano via neanche uno e li custodiscono segretamente nel loro fortino. Non li fanno vedere facilmente in giro perché sono molto gelosi, e quando te li mostrano lo fanno perché sono nostalgici: felicemente, quando pensano che, tutto sommato, potrebbe andare bene anche così; tristemente, quando pensando di non poter più rivivere quei momenti passati.
rammarico
Fortuna che siamo ancora piccoli, perché è così stressante cercare di essere felici!
 
<< Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici >> (Guillame Apollinaire)
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L’ENIGMA DELLA FELICITÀ

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C’è un tempo in cui di sé e del mondo non si conosce se non quello che viene detto da chi si pensa che abbia tutte le risposte.
 
È il tempo dei piccoli, in cui non serve tanto per essere felici, se non altro perché anche la felicità è qualcosa che si conosce poco.
 
La si intravede nel trovare tra gli alberi quello che diventerà il proprio fortino; o nell’adrenalina che si prova poco prima di essere acciuffati giocando a guardia e ladri; o ancora nel riuscire a fare le prime bolle di sapone con quello strano aggeggio colorato.
enigma della felicità




CHE COS’È LA FELICITÀ?

La felicità, dopotutto, è roba da grandi, da chi vede un mondo diverso rispetto a quello che vorrebbe, se non in rari casi. È in quei momenti, infatti, che i grandi vedono la felicità, così almeno dicono: un piccolo istante destinato a spegnersi dietro alla constatazione dell’impossibilità di mantenerlo nel tempo.
 
Robe complicate, che credete! Devono darsi il permesso, i grandi, per essere felici. Non basta mica trovare il primo ramoscello che capita a tiro per essere felici! Occorre trovare esattamente il ramoscello che hanno in mente, di quel tipo e non di altri, con quella forma e quei colori. Altrimenti è come barare e non si fa. È complessa la felicità! Così dicono.
 
Ai grandi serve vederli concretamente i loro sogni, e realizzati persino! Questo è più difficile, però quando li toccano con mano allora si che la vedono chiaramente! La felicità s’intende. La stessa che vedevano dentro di sé poco prima, quando si pregustavano nelle loro dolci aspettative il momento in cui avrebbero potuto finalmente godere di quella felicità.
 
Curioso come qualcosa che era già in loro possesso non fosse sufficiente a farli sentire felici. Devono avere la certezza, i grandi, che non siano i soli a vedere concretamente ciò che già hanno dentro, altrimenti il gioco non vale. Servono le prove, come i Detective.
enigma della felicità
 
Delle volte mi domando se anche quei sogni, in realtà, non siano altro che il desiderio di rivivere la felicità dei piccoli, di quella che non t’aspetti, che arriva così, senza tanto andarla a cercare. Forse ai grandi non piacciono le sorprese; hanno bisogno di sentirsi grandi, i grandi, di controllare un po’ tutto. Anche la felicità.




A COSA SERVE LA FELICITÀ?

Anche i grandi, però, hanno bisogno di dirsi felici, anche quando non lo sono. Per loro spesso è il ricordarsi di quei momenti che li rende felici, dei momenti in cui sono stati felici. Per questo per loro è così prezioso il tempo, perché sanno che ogni giorno infelice è un ricordo in più che va ad accumularsi su tutti gli altri ricordi, anche quelli felici, che diventano così sempre più difficili da trovare.
 
È una felicità idealizzata quella dei grandi, fatta di eventi che non sono mai avvenuti nella realtà così come se li immaginano quando vanno a ripescarli tra i loro ricordi. Ai grandi però serve questa idea di felicità. Hanno bisogno di credere che la felicità sia un qualcosa che può essere fermata una volta per tutte, accumulando ricordi felici.
Hanno paura della morte i grandi, perché la conoscono, anche se non l’hanno mai vista. Hanno bisogno di sapere di essere stati felici per non avere paura della morte. Così sanno che non ci perdono niente ad andare via. 
 
È per questo che accumulano ricordi felici, i grandi. Non ne buttano via neanche uno e li custodiscono segretamente nel loro fortino. Non li fanno vedere facilmente in giro perché sono molto gelosi, e quando te li mostrano lo fanno perché sono nostalgici: felicemente, quando pensano che, tutto sommato, potrebbe andare bene anche così; tristemente, quando pensando di non poter più rivivere quei momenti passati.
rammarico
Fortuna che siamo ancora piccoli, perché è così stressante cercare di essere felici!
 
<< Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici >> (Guillame Apollinaire)

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